Mese: Gennaio 2019

Dopo lo yoga, mentre facevo la doccia, mi è venuto in mente l’anno scorso, di questi tempi, quando andavo a yoga, a Bologna, dentro un piccolo teatro in Via Santo Stefano. Mi ricordo che prima di andarci mi preparavo la pasta fredda, e finita la lezione andavo a casa di Eva, che abitava in Via Santo Stefano, e mangiavo lì. Eva si faceva una tisana, la mia pasta non la voleva. Dopo chiacchieravamo, o facevamo l’I Ching, o le facevo le trecce, o litigavamo, poi ascoltavamo la musica classica su Radio 3, stesi a letto, col suo gatto bianco, oppure uscivamo. Mi ricordo che una volta siamo entrati in una falegnameria, il motivo però non me lo ricordo. Poi mi ricordo un giorno che aveva nevicato, e fare yoga con la neve alle finestre, dentro il teatro, era stata una cosa unica. Mi ricordo che dopo, a casa di Eva, avevamo ascoltato Čajkovskij e c’eravamo addormentati con la finestra aperta.

Oggi ho ricominciato con lo yoga. Sono andato da una ragazza che si chiama Angela. Ha un appartamento vecchio, in centro, tutto adibito per lo yoga. Stanze dove brucia l’incenso, simboli appesi alle pareti, lampade di sale, tappetini con cuscini e coperte. Angela mi ha detto che è tornata a Santarcangelo dopo tanti anni… È bravissima a fare yoga. Non mi aspettavo di trovare un posto così bello, a Santarcangelo, dentro un appartamento. Mi fa sempre piacere conoscere delle persone così, come Angela, che se ne sono andate, hanno raccolto e poi sono tornate qui. Per un po’, magari. È un buon modo di fare le cose, mi sembra. Stasera sto bene. Mi è mancato tanto fare yoga.

L’altra sera sono andato a casa di un mio amico. Questo mio amico adesso ha comprato un cane nuovo. Prima ne aveva un altro, identico, che però è morto. C’era anche una mia amica, a casa del mio amico. Per la maggior parte del tempo il mio amico e la mia amica hanno coccolato il cane. Il mio amico lo chiamava Bellezza, il suo cane. La mia amica gli faceva le vocine, al cane, occhi negli occhi. Io, l’unico pensiero che avevo in testa, era: sei qui, porta pazienza. Prima che ci torno ancora, a casa del mio amico…

C’è quel punto della storia, nel film di Cenerentola, quando la fata madrina trasforma il vestito di Cenerentola da rosa ad azzurro, che non so per quale motivo, ma m’è venuto da piangere.

Il fatto è che questo mal di stomaco ce l’ho da quando sono stato a casa di quella donna malata, prima di Natale. Perciò, oltre a quali medicine prendere, Violante mi ha anche detto di fare meditazione. «Devi pulirti», mi ha detto. «Quella donna ti ha attaccato delle forme pensiero parassitanti». Mi ha mandato un link. È un video su Youtube, Meditazione solare. C’è scritto che questa meditazione è stata tratta da un libro che si chiama Essere e agire, di Anne Givaudan e Daniel Meurois. “N.B. Gli autori consigliano di praticare questa meditazione per sette giorni consecutivi”, c’è scritto poi sotto. Non vedo l’ora di iniziare.

Dato che il mal di stomaco non mi passa, ho telefonato a Violante. Lei mi ha detto di prendere un gastroprotettore, oppure il Maalox. Sono andato in farmacia e li ho comprati tutti e due. Adesso ho ingerito una pastina di gastroprotettore e il mio stomaco fa i rumori. «E se ne prendessi due, di pastine?», ho chiesto a Violante. «Una», mi ha detto lei. «Sicura che basti?», le ho chiesto. «Quante storie!», mi ha detto Violante. «Si vede, che non stai mai male…». Abbiamo pattuito che più tardi, al massimo, potrò prendere anche un Maalox. Altrimenti cosa l’ho comprato a fare?

Appena sono arrivato a casa, il mio amico cinesino è uscito sul pianerottolo e mi ha detto, a bassa voce: «Te non ha regalo per me?». Io gli ho detto che no, non ce l’avevo. «Domani compra», ha detto lui. «Ah, va bene», gli ho detto io.