Le cozze

Ieri sera ho mangiato una vagonata di cozze, eran buone. Dopo, mentre scrivevo mi sono venute delle coliche, che mi sono dovuto alzare e andare a passeggiare per digerire. Adesso che lavoro sempre da seduto, mangio poco perché non digerisco. Le cozze mi sono sempre piaciute, ma non mi posso far uccidere dalle cozze, via.

Come una bomba

5 gennaio

Stamattina mi sono svegliato con una delle mie domande ricorrenti. Riguarda un piccione. Me la faccio da diciotto anni, e non ho ancora avuto risposta. Un amico, al liceo, mi aveva detto che se un piccione mangia un’aspirina, il piccione salta in aria. Scoppia. Come una bomba.
Becca l’aspirina, la manda giù, e poi c’è la detonazione. Bum.
Allora non avevo saputo se crederci o no.
Non ho mai avuto cuore di provarci.
Ogni tanto lo chiedo in giro, ma nessuno ne sa niente.
Oggi la stessa domanda, ma non chiederò nulla.
Mi tormenterò in silenzio fino a quando l’avrò macerata e si sarà disciolta.

dal mese di gennaio di Andrea Bajani,
in Presente
di Bajani, Murgia, Nori, Vasta
(Einaudi, 2012)

Carciofo

La stessa sera, Yuko fece l’amore con la ragazza della fontana. La prese sulla neve, sotto l’arabesco di cristallo di un ciliegio. Lo fecero sette volte. Con violenza. Finché il suo membro divenne come un carciofo vizzo, e il sesso di lei una crepa paonazza.

da Neve
di Maxence Fermine
(Bompiani, 2019)

State bene

Allora c’è questa novità, che io adesso apro la partita Iva, che ho deciso che voglio lavorare tanto, e ho già tanto da lavorare che non ci sto dietro, e che i contratti con gli editori mi piacciono e me li tengo stretti ma faccio anche altri lavori da solo, e bisogna che questi soldi li metto in regola perché altrimenti dopo “ti viene a bussare il Fisco”, come mi ha detto la mia commercialista. L’unico problema è che di tempo per scrivere, qui, me ne rimane pochissimo, e un po’ mi dispiace, quindi ecco, metto le mani avanti, anche se magari, io lo so, funziono così, va’ a finire che ci scriverò più di prima, qui, solo per il fatto che ho appena detto che non avrò più tempo di scriverci, qui, di sicuro avrò una voglia compulsiva di scrivere di tutto, qui, su questo spazio virtuale che è, che cos’è, un sito, un blog, una cesta dei panni sporchi?
State bene.
Salutissimi,
L.

Mi ero scordato di dire che cerco una coinquilina, o una moglie, è uguale, no perditempo, che io coi maschi ci vado poco d’accordo, e puzzano, per una casa a Santarcangelo di Romagna, che si sta bene, a Santarcangelo di Romagna. Mi ero scordato di dire anche, che, in ogni caso, rimango lo stesso somaro di sempre.

La pelle delle donne
Quella che celano
Quant’è calda!
Sutejo

Il secondo inverno di poesia fu di un candore smagliante. Nevicò più del normale.

Una notte di dicembre, la ragazza della fontana lo iniziò all’amore. Aveva la pelle che sapeva di pesca. Yuko le baciò il seno bianco e prese tra le labbra un capezzolo, succhiandolo come fosse un limone di luna. Se lo tenne in bocca fino all’alba.

Durante l’inverno, Yuko scrisse settantasette haiku, uno più bello dell’altro.
Gli ultimi tre furono:

Neve limpida
Passerella di silenzio
E di bellezza.

Musica di neve
Grillo d’inverno
Sotto i miei passi.

Donna accovacciata
Che urina e fa sciogliere
La neve.

da Neve
di Maxence Fermine
(Bompiani, 2019)

Non lo so

Qualunque cosa sia l’ispirazione, nasce da un continuo “Non lo so”.

dal Discorso tenuto in occasione della cerimonia di conferimento del premio Nobel, 7 dicembre 1996, in La prima frase è sempre la più difficile
di Wisława Szymborska
(Terre di mezzo, 2012)

La paura

Adesso che certi giorni c’è il sole, io e Haoran facciamo i giri con la bici. Sale sul cannone della mia bici e poi mi dice dove devo girare. Lui non si stanca di stare seduto sul cannone, io invece da piccolo mi ricordo che mi faceva malissimo il culo. Non so come fa. Vuole sempre andare lontano, nei posti che non ha mai visto. Ci sono delle vie a Santarcangelo che io neanche sapevo che esistessero. Ieri siamo arrivati, non mi ricordo come, su una strada chiusa che finisce sulla ferrovia. I binari passavano lì a due metri, c’era solo una rete di mezzo. Abbiamo aspettato il treno, e quando è arrivato il vento ci ha spostato indietro. Un rumore fortissimo. Abbiamo avuto un po’ paura. Haoran ha detto che è meglio se non ci torniamo più, su quella strada. Io ho pensato che la paura ci salva sempre.

Il finimondo

Io sono per l’erotismo puro. Il sentimento è una cosa e l’erotismo un’altra. Ci sono soggetti portati per l’erotismo e ci sono soggetti portati per il sentimento. È raro che un uomo e una donna siano portati per tutti e due insieme. In questi casi è il finimondo.

da Il serpente
di Luigi Malerba
(Mondadori, 1989)

Nei posti bio

Sono andato a comprare una pizza da asporto, ma fuori pioveva, allora l’ho mangiata in macchina. Non me l’hanno neanche tagliata. Una marinara da sei euro, bio qualcosa. Ero parcheggiato davanti alla pizzeria, ho mangiato al buio perché se mi vedevano pensavano che ero scemo. Ho preso anche un caffè, gliel’avevo chiesto da asporto. «Non li facciamo da asporto, non abbiamo i bicchierini». Ho detto: «Ma (imbecille) mettilo nel bicchiere di plastica normale, è lo stesso». «Non abbiamo come chiuderlo». «Lo lasci aperto, no (testa di cazzo)?». Tra parentesi ci sono le parole che non ho detto ma che ho pensato. Questa gente che lavora nei posti bio si è fritta il cervello.

Coperta

Giovanni, dieci anni, ucraino

Io sono una povera coperta triste
che fascio povere persone
tristi
che mi spezzano il cuore.
Quando li riscaldo
provo un sentimento
molto bello
come la felicità
ma la cosa
più bella
è quando la gente
non è triste.

da Ma dove sono le parole?
a cura di Chandra Livia Candiani
(Il primo amore, 2015)