Stare

È un periodo che, tipo, mi viene in mente una cosa da fare, subito mi dico: ma no, ma cosa la fai a fare? Ma lascia stare. E lascio stare.

Ribaltano

Oggi, in bici, sono passato davanti al negozio dove ho comprato il copridivano, rosso, quest’estate, a luglio. Mi son ricordato che ero in bici anche quel giorno, e avevo sudato, per arrivarci. Oggi, ci sono passato davanti che tremavo dal freddo. Ve’, mi sono detto, come si ribaltano le cose.

Io l’anima non me la sento

Ve lo posso dire onestamente, dicevo, secondo me di animali bovini ovini equini ne potete ammazzare quanti ne volete e poi sommarli tutti insieme non potranno mai risultare come avere ammazzato un cristiano. C’è una bella differenza, per piacere.
LO AVETE STUDIATO IL CATECHISMO?
Ti hanno battezzato? E la cresima l’hai fatta? Come no, diceva il macellaio, però ho un’altra domanda da fare fate pure. L’anima per esempio, diceva Giuseppe, siete sicuro che quest’anima ce l’abbiamo? Parlo di noi cristiani.
Ma che discorsi facciamo, di che cosa stiamo parlando, signor macellaio? E lui diceva personalmente
IO L’ANIMA NON ME LA SENTO
cioè mi sembra di non averci dentro niente. Guardate, dicevo, che in quanto a questo siamo tutti uguali cioè fra voi e il Papa non c’è nessuna differenza, la differenza c’è con gli animali. Noi cristiani l’anima ce l’abbiamo. E se per caso non c’è? diceva quello, dopo morti resteremo lì come tanti cretini.
Ma voi privatamente, diceva, che pensiero avete? Cioè ve la sentite dentro quest’anima oppure non sentite niente? Qualcosa sento, dicevo, uno strano ronzio, deve essere l’anima sicuramente. E ditemi un po’ come la sentite, diceva il macellaio, tutta diffusa all’infinito oppure come una nuvoletta, come lo sbuffo di fumo di una sigaretta? Ma guarda che domande, dicevo, ma guarda che domande strampalate, io direi che è piuttosto come una nuvoletta però posso sbagliarmi su questo argomento.

 

da Salto mortale
di Luigi Malerba
(Mondadori, 1968)