Dalla finestra

C’è il filo delle cuffiette che oscilla sul foglio e i miei occhi vanno su e giù dalla finestra. Un impegno mi farebbe alzare per togliermi da qui, precisamente qui, e andarci per davvero sotto la pioggia, la stessa di ieri, anche oggi, e cominciare a correre e strisciare le mani sui muri dei palazzi e sui pali degli autobus, e di gomito anche sui cappotti delle donne, quelle che scelgo io però, coi ciuffi di capelli raccolti dietro le orecchie, le orecchie… Ricordo mia mamma quand’era giovane, che in macchina ascoltava Vasco sbranando la cicca, e io seduto dietro, e lei si girava e sorrideva e io nel dubbio guardavo il finestrino per non sentire vergogna. Bello il finestrino! Belle le finestre, il vetro… Insomma poi continuerei a correre oppure fermerei un taxi per non salire, c’è una musica lontana nascosta dietro la pioggia, e tutti questi bar pieni di gente in camicia che stringe la mano ad altra gente in camicia; i bar, posti pieni di bicchieri, i bar, un milione di bicchieri che, se fosse per me, li porterei tutti fuori dai bar e li metterei per strada a raccogliere questa pioggia, che viene giù sempre meglio, sempre più bella. Invece riapro gli occhi, sono all’angolo del mio salotto, la schiena sbilenca come un cartello tamponato, e va tutto bene mi dico, va tutto bene: mia mamma è invecchiata, Vasco è invecchiato (ma non troppo), la gente in camicia invecchierà e verrà sostituita da altra gente in camicia più giovane. E i bar chiuderanno e altri bar riapriranno, ma sono sicuro che rimarranno circa lo stesso numero di adesso. Però la pioggia non invecchia, e continuerei a guardarla ancora un po’. Ogni volta che ritorna mi sembra che ci salutiamo e ci diciamo poche parole, parole che ti escono da un mezzo sorriso che non ti riesci a cavare dalla faccia, e io la spio dalla finestra, la pioggia, e lei mi prende tutti i pensieri come quando penso a una che mi piace e che non vedo, invece la pioggia la vedo, è dappertutto, fuori, e diventa dappertutto anche dentro la mia testa. E quindi va bene, come dicevo, anche oggi, qui, va tutto bene, più o meno, sia dentro che fuori.