Ho parlato con uno

Ho parlato con uno, prima, uno che c’aveva la voce bassa, raccontava che stamattina, mentre andava per legar la bici, ha pedalato sul marciapiede, insomma, in sella alla bici, e ha incrociato due poliziotti che l’hanno fermato, e uno, diceva, un poliziotto alto, un armadio, pelato, bianco da far schifo, l’ha fermato, e gli ha detto che non può pedalare sul marciapiede, non si può, deve scendere, oppure andare per strada, ma non lì, che è contromano, ma di là. E lui non è mica stato zitto, mi raccontava, anzi, gli ha detto al poliziotto che gli sembrava complicato, per arrivare alla rastrelliera, dover passare da di là e poi attraversare la strada, che c’è sempre traffico. Tutta ‘sta boba per tre metri in bici sul marciapiede? Ma questo non gliel’ha detto, si è trattenuto, e poi il poliziotto è andato via e lui ha legato la bici. E poi m’ha raccontato che è andato in biblioteca, e doveva far pipì, ma non l’hanno fatto entrare in bagno perché era pieno, che adesso hanno messo uno che fa da guardia, in biblioteca, non è più che te entri e bussi, no, se è occupato non ti fanno neanche entrare, se uno si deve solo lavar le mani non può. E poi mi ha detto che quello qui, quell’uomo che faceva la guardia al bagno, era vestito con una camicia bianca e sopra un maglione color panna, che la panna sopra il bianco è un pugno in un occhio. E poi m’ha raccontato che è uscito dalla biblioteca, ha ripreso la bici, è sceso dal marciapiede e ha pedalato di corsa fino al bar, perché gli scappava da morire. E poi è arrivato e l’ha fatta tutta. Era stata una pisciatona, ha detto, e mentre la faceva, là, sul fondo del cesso, si era immaginato la faccia del poliziotto a bocca aperta, e siccome la pisciata era molto molto lunga, dopo si era immaginato anche il maglione panna del guardiano del bagno, si era immaginato di pisciarci sopra, per fargli prendere colore almeno. E poi niente, è uscito dal bar, è salito sulla bicicletta ed è partito con un’impennata, che mi è sembrato la persona più contenta del mondo.