Il sette o l’otto

Mi è capitato un caso sorprendente: di colpo ho dimenticato cosa viene prima, il sette o l’otto.
Sono andato dai vicini e ho chiesto cosa ne pensassero.
Qual è stata mai la loro e la mia meraviglia, quando si sono resi conto di colpo che neppure loro riuscivano a ricordare l’ordine dei numeri: uno, due, tre, quattro, cinque e sei se li ricordavano, ma quello che viene dopo se l’erano dimenticato.
Tutti insieme siamo andati al negozio Gastronomia all’angolo tra la Znamenskaja e la Bassejnaja, e ci siamo rivolti con il nostro problema alla cassiera. La cassiera ha sorriso con tristezza, ha tirato fuori dalla bocca un martelletto e, muovendo leggermente il naso, ha detto:
«Secondo me, il sette viene dopo l’otto nel caso in cui l’otto venga dopo il sette».
Abbiamo ringraziato la cassiera e felici ci siamo precipitati fuori dal negozio. A questo punto, però, riflettendo bene sulle parole della cassiera ci siamo avviliti di nuovo, perché esse ci sono sembrate prive di senso.
Che fare? Siamo andati al Giardino d’Estate e là ci siamo messi a contare gli alberi. Ma arrivati al sei ci siamo fermati e ci siamo messi a discutere: secondo alcuni dopo veniva il sette, secondo altri l’otto.
Saremmo rimasti lì a discutere per un bel pezzo se per fortuna a un certo punto da una panchina non fosse caduto un bambino, rompendosi tutt’e due le mascelle. Il fatto ci ha distolto dalla nostra discussione.
Poi siamo tornati ognuno a casa sua.

 

da Casi
di Danill Charms
(Adelphi, 2014)