L’hai detto

Barcolliamo fuori dal cinema e decidiamo che popcorn, Coca e caramelle non erano abbastanza. Attraversiamo la strada diretti in pasticceria, dove compriamo una scatola di biscotti. Perry li prende ricoperti di cioccolata, io con gli zuccherini colorati. Mangiamo i biscotti al bancone e parliamo. Senza dubbio Perry è bravo a parlare. Sembra un avvocato dinanzi alla corte suprema. Poi, interrompendo una frase di quindici minuti, si rivolge al tipo dietro al bancone e gli domanda:
«Questo posto è aperto ventiquattr’ore al giorno?».
«Sì», risponde quello.
«Sette giorni alla settimana?».
«Esatto».
«Trecentosessantacinque giorni all’anno?».
«Proprio così».
«Allora perché ci sono delle serrature sulla porta?».
Ci giriamo tutti a guardare. Che domanda acuta! Inizio a ridere così forte che devo sputare il biscotto. Gli zuccherini mi cadono dalla bocca come coriandoli. Potrebbe essere la cosa più buffa, più intelligente che sia mai stata detta. Sicuramente la cosa più buffa e più intelligente che sia mai stata detta in questa particolare pasticceria. Perfino il tipo dei biscotti è costretto a sorridere e ad ammettere: «Ragazzo, è davvero un mistero».
«La vita non è forse così?», dice Perry. «Piena di serrature assurde e altre cose inspiegabili?».
L’hai detto.

da Open, la mia storia
di Andre Agassi