Mani bellissime

Stamattina sono andato a comprare una lampadina, era ormai mezzogiorno, c’era il sole, perché mi si è bruciata la lampadina della mia lampada di sale. Allora sono andato in uno di quei negozi dove c’è sempre odore d’incenso, che vendono tutte quelle robine così, gli orecchini, gli anellini, i tappetini per fare yoga, e vendono anche le lampade di sale, per quello ci sono andato.
C’era la commessa, in questo negozio, era lì dietro la cassa, bionda, e aveva delle mani bellissime, che appena le ho viste ho pensato “Madonna che mani!”. Mi è venuto in mente che c’ero già andato un’altra volta in un negozio del genere, ma non questo, era un altro, e c’ero andato proprio per comprare la mia lampada di sale. Anche quella volta c’era una commessa, in quell’altro negozio, che aveva anche lei delle mani bellissime.
Allora ho pensato che tutte le commesse che lavorano nei negozi dove c’è odore d’incenso, che vendono tutte quelle robine così, gli orecchini, gli anellini, e anche le lampade di sale, allora tutte quelle commesse hanno le mani bellissime.
Questa scoperta mi ha messo un’euforia inaspettata, anzi, immeritata.
Vedere le mani di quella commessa, stamattina, che era giovane… L’avevo già vista da qualche parte, lei, ho questo ricordo, mi sa che sta con uno, un tipo ganzo e bene inserito; dicevo, vedere delle mani così belle mi ha messo euforia, ma è quell’euforia bastarda, questa, che dopo quando va via mi lascia al freddo.
Quindi era meglio se non ci andavo, in quel negozio. Era meglio se la mia lampadina, invece che bruciarsi, avesse continuato a funzionare come aveva sempre fatto.