Offerta libera

Adesso in biblioteca, al piano terra, hanno fatto un corridoio dove ci sono i libri in offerta libera. Li hanno messi su tre o quattro tavoli, così, sparpagliati, alcuni in piedi e alcuni stesi, e sull’ultimo tavolo, in fondo, hanno appeso un cartello. Ci hanno scritto: Offerta libera, minimo 2 euro. Ma come… Se un’offerta è libera, io penso, magari mi sbaglio, ma se è libera, può essere anche meno di due euro, può essere anche uno, o anche zero, può anche non esserci l’offerta, se è libera. Cioè, capiamoci, se l’offerta è libera, può essere che io ti offra niente, ma ti sto offrendo comunque qualcosa, che è niente, che è sempre qualcosa, niente. Anche se non siamo d’accordo su questo, se non pensi che niente sia qualcosa, comunque io ti sto offrendo niente, che è comunque qualcosa, anche se non è niente, è sempre niente, che è qualcosa. Ti offro niente. Se un’offerta è libera, io sono libero di offrire quello che voglio.
Ecco, figuracce come questa sarebbero da evitare, in un posto come la biblioteca, che nella biblioteca di norma ci sono i libri, che i libri sono degli oggetti rettangolari, fatti di carta, tutti pieni di parole, un sacco di parole, che quelli che li hanno scritti ci hanno messo della fatica, e le hanno pesate quelle parole, una per una, perché non si possono sprecare, le parole. Può andar bene alla Festa dell’Unità un cartello del genere, ma in una biblioteca, una roba così, un cartello con scritto Offerta libera, minimo 2 euro… Non voglio essere maleducato, ma io ci piscerei sopra, ci piscerei.
Che poi, a pensarci bene, questa storia dell’Offerta libera non mi è nuova, l’ho già vista, ma non su un cartello, l’ho sentita, come dire, l’ho provata sulla mia pelle adesso che ci penso. Sono sicuro, è capitato più di una volta. Anche qui, non voglio essere grossolano, oltre che maleducato, però ci ho pensato, ecco, le donne… Con le donne uno deve sempre dare qualcosa, altrimenti non va bene, il niente non va mai bene, mi sembra. Certe donne le vedi, ci esci, vai lì e loro ti guardano e pensano “ma cosa me ne viene a me, di stare con uno come te?”, glielo leggi sotto le palle degli occhi, le vedi proprio, che ti valutano, che considerano l’Offerta che stai facendo loro. E anche loro, le donne, non ci puoi mai andare così, a mani vuote, devi sempre avere un qualcosa, altrimenti hai finito, e non è che te lo dicono o che qualcuno te l’ha spiegata questa cosa, la sai già, tutti la sanno e non si è mai detta. È come se le donne, quel cartello con scritto Offerta libera, con un minimo sotto, ce l’avessero in fronte.
Ripeto, non voglio essere presuntuoso, oltre che grossolano e maleducato, ma anche esser presuntuoso, grossolano e maleducato è già qualcosa, anzi sono tre cose, che non è mica poco, in confronto a niente, tre cose. Cioè, una donna, io penso, dovrebbe apprezzare, secondo me, un uomo così, dire “ma sei pieno di risorse!”. Sono tre cose in una volta: presuntuoso, grossolano e maleducato, che rispetto a niente, tre cose rispetto a zero, c’è una bella differenza, per me; è come dire tre anni rispetto a zero anni, o come dire trecento anni rispetto a zero anni, o anche tremila anni rispetto a zero anni. Che, io penso, tra tremila anni e zero anni, o anche solo tra tre anni e zero anni, insomma, adesso non entriamo in discorsi troppo alti, ma lì, tra tre anni e zero anni, ci passa la vita, nel mezzo, che la vita è una roba… Enorme, mi vien da dire, che va oltre…
Quindi, secondo questo principio, potrebbe essere che abbiano ragione le donne a pretendere che un maschio debba avere delle cose da offrire, che siano tre o più di tre, piuttosto che niente. Ma mettiamo, per ipotesi, è una prova, facciamo finta che io non sia né presuntuoso, né grossolano, né maleducato. Ripeto, è un caso ideale, lontano dalla realtà. Poi ipotizziamo che io abbia rispetto per tutto e tutti, compresi donne e cartelli delle biblioteche. Allora, mettiamo che io sia niente, è meglio o peggio per voi?
La vita, quando non ci sei, prima, intendo, quando sei nel niente, che bene o male tutti ce lo ricordiamo, il niente, a pensarci un attimo, così, quel posto vago, quando eravamo nel niente… A me, almeno, mi sembra di ricordarlo, è un sentimento, una specie di cameretta in penombra dove tutto è fermo. Non voglio dilungarmi su questo, ma la vita, secondo me, per quanto possa essere un inferno per qualcuno, o anche piacevole, dipende, io penso che il niente valga come la vita. Niente e vita mi sembra che abbiano lo stesso peso, e che siano fatti con lo stesso materiale.
Tutto questo per dire che in biblioteca, adesso, durerà ancora per un po’, si trovano dei bei libri in offerta libera, che i libri sono delle cose rettangolari, fatti di carta, tutti pieni di parole, scritti da gente che le ha pesate una per una quelle parole, e ci ha messo della fatica. Si trovano in un corridoio, buttati senza logica, su quattro tavoli, sparpagliati, alcuni in piedi e alcuni stesi, e sull’ultimo tavolo, in fondo, hanno appeso un cartello. Ci hanno scritto: Offerta libera, minimo 2 euro. Ed è da ieri che lì c’è una gran puzza di piscio.