Segnalo
Segnalo con vergogna che ho ricominciato a scrivere.
– Ma c’è proprio bisogno di dire tante parolacce?
Segnalo con vergogna che ho ricominciato a scrivere.
Un giorno, arringavo i più malinconici. Il tono declamatorio non mi faceva paura, d’altronde vi ero predisposta. Uscite dal coma, gli dicevo, e ritornate in voi, non siete dei vitelli. Era a me stessa che parlavo in verità. Verificate anzitutto di non essere morti. Appassionate la vita, accrescete il respiro, non conformatevi all’immagine di voi stessi. Coltivate sapientemente i malintesi. Aprite le braccia, chiudete i pugni, rifiutate qualsiasi elemosina. Non date corda a chi vi svilisce. Inventariate le vostre forze, e siate devoti alle vostre collere a seconda dei giorni e dei vostri umori. Siate devoti alle vostre collere a seconda dei giorni e dei vostri umori. Dite ne ho abbastanza. Dite: io contro. Io sono contro.
da Contro
di Lydie Salvayre
(bèbert, 2014)
Secondo me uno, se si rende conto di essersi innamorato, dovrebbe andarne orgogliosissimo, in tempi come questi.
È morto uno che ha fatto vedere come si scrive con la lingua emiliana senza appartenenza, perché non c’è appartenenza a un posto solo. Che ha raccontato come favole i paesaggi della provincia dove sembra che non c’è niente e non succede niente, invece qualcosa c’è e qualcosa succede. E la gente e i pensieri avvitati e belli che ha quella gente, che sono anche i miei. Uno che ti suggerisce che il mondo lo capiscono gli ingenui. Che o vai col tuo stupore e tieni alla larga l’abitudine di te, o puoi diventare una copia, che si dà risposte brutte. Uno che diceva che il corpo sta bene quando si vuole bene a qualcuno, e il mio corpo è così, uguale a come diceva lui. Uno che a leggerlo senti pudore, leggerezza, l’essere impalpabili; almeno quando lo leggo io, che mi fa sempre pensare che una cosa valida, se c’è, se l’ha indicata, è provare a seguire il cuore libero che abbiamo, e basta.
C’è stato un passato, prossimo, che io fumavo zero sigarette al giorno. C’è un presente, adesso, che arrivo a 12, tipo ieri. Ci sarà un futuro, se ci sarà, che delle sigarette proprio non mi interessa niente, voglio che sia un futuro libero.
Ho sognato che uno mi multava, per strada, perché ero senza mascherina. Quattrocento euro. Dopo io mi mettevo a piangere, un po’ per finta un po’ no, e lui annullava la multa.
C’è un tiepidume, in giro, che la passione, non lo so, si sarà estinta?
La Sophie oggi mi ha detto: «Sono un po’ seccata che il mio compleanno venga di mercoledì il prossimo anno. Secondo me bisognerebbe poter scegliere il giorno.»
Ha ragione.
Certi giorni, come oggi, mi ricordo che non sono l’ultimo dei coglioni. Il penultimo, magari, ma non l’ultimo.
Ho visto un palazzo, ieri sera, mentre camminavo, ho pensato: ve’ che bell’iceberg a forma di palazzo. Poi ho visto tre paletti bassi, ho pensato: ve’, tre pinguini. Poi mi sono infilato sotto un portico: ve’ che bella cavernetta di ghiaccio. Poi mi son detto: basta, smetti di fare il deficiente.
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