Specchi

Io, molto spesso cerco gli specchi. In libreria, quando salgo in macchina, sulle vetrine dei negozi, in casa quando passo in corridoio, sulla televisione spenta, sul vetro del forno mentre guardo se la pizza surgelata è cotta. Controllo come mi stanno i capelli e se la mia faccia ha una qualche dignità.
Stamattina ero al bar. Nel bar dove vado io c’è uno specchio gigante, che si vede anche da fuori. Passava una signora, fuori. Una signora di quelle imbellettate e truccate molto bene. Camminava di fretta. Ha lanciato un’occhiata dentro il bar, verso lo specchio, con un disprezzo per sé stessa che ho pensato: guarda, siamo in due.
David Foster Wallace diceva: se t’impegni per essere bello, se rincorri la tua vanità su uno specchio, o anche non su uno specchio, rimarrai sempre deluso. E col tempo t’incattivisci.
Quindi, ho deciso: da oggi basta specchi. Non mi specchio più da nessuna parte. Dovessi incontrare uno specchio sul mio cammino, una qualsiasi superficie riflettente, mi girerò dall’altra parte. Alla lunga diventerò meglio di come sono, ne guadagnerò in positività, calma interiore, karma. Sì.
La signora, là fuori, non aveva la faccia di una che legge David Foster Wallace. Perciò qualcuno dovrebbe dirgliela questa cosa, un giorno o l’altro. Dovrebbero saperla tutti, ma non saperla e basta: applicarsi. Me compreso. E addio specchi.