Un bel periodo di degenza

Violante dice di aver avuto due virus, questo mese: il citomegalovirus e un altro virus di due parole che adesso non mi ricordo. «Un bel periodo di degenza», le ho detto. «Sì!», ha detto lei. «E tu come stai?». Io le ho detto che da quando lavoro in libreria mi fa male lo stomaco. «Lavorare fa pena», le ho detto. «Ma dài?», mi ha detto lei.
Dopo, mi ha raccontato che lunedì scorso, lunedì diciassette, alle diciassette e diciassette, ha trovato centoquaranta euro per terra, in una piazza piena di gente, a Ravenna. «Non mi è mai successo!». «In che tagli?», le ho chiesto. «Due pezzi da cinquanta e due da venti», mi ha detto.
Poi mi ha detto che doveva dirmi una cosa più bella, molto più bella di questa dei centoquaranta euro. «Dài dimmela», le dicevo io. «No». «Dài». «Noo», diceva Violante. «Che due palle, dì». «Noo, non te la dico». «Perché no?». «Perché non mi sono preparata per dirtela». «E allora?». «E allora non ne traggo il giusto godimento, se te la dico adesso». «Dài dimmela, lascia fluire». «Giammai», diceva lei. «Dài!», dicevo io. «No, te la dico domani. Ciao». Io le ho detto: «Ok, ciao».