Uno scrullone

Stamattina mi son svegliato con un racconto di Bulgakov, un racconto che parla di lui, di Bulgakov, quand’era alle prime armi, nel suo mestiere di medico, ancor meno che alle prime armi, si era appena laureato, che l’avevan mandato in un ospedale di periferia e gli era capitato di fare delle operazioni chirurgiche che era la prima volta che le faceva, e come faceva? Si arrabattava, col suo buonsenso, con quello che sapeva e che aveva visto all’università, con del sudore, con l’ansia, e mi son venute in mente delle situazioni simili che ho vissuto io, le abbiam vissute poi tutti, queste situazioni così, quando devi far qualcosa che non hai mai fatto, che è pericoloso se sbagli, ma la devi fare subito, quella cosa, e ci provi, hai paura, una gran paura, in qualche modo però ci riesci, a farla, quand’è la fine.
Ecco, io penso che se uno, questa paura qui, la paura urgente di sbagliare, è del tempo che non la prova, se uno non la prova nei suoi giorni vuol dire che si è troppo riparato, secondo me, e che è ora che si dia uno scrullone, come si dice da noi, e si rimetta in circolo, nel mondo, altrimenti non si combina poi niente, a star riparati a far sempre le stesse cose, non si combina.